La vitamina D contro il cancro al seno

La vitamina D contro il cancro al seno

LLEIDA / EFE Venerdì 15.02.2013

Un'indagine condotta dall'Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) a Lleida, in collaborazione con l'Università di Saint Louis (USA) ha scoperto che i livelli di vitamina D aumenta riduce la resistenza di trattamento contro uno dei tumori al seno più pericoloso

Come riportato dal IRB Lleida, la ricerca ha identificato il meccanismo molecolare di uno dei tumori al seno più aggressivi, triplo negativo, che ha un'incidenza del 10-15% nelle donne giovani.

Questo tipo di cancro è considerato uno dei più pericolosi a causa della loro elevata capacità di metastasi e perché al giorno d'oggi non ci sono farmaci specifici per il trattamento.

Finora, sanno il motivo di questa resistenza al trattamento, ma grazie a questo studio, all'interno del quale sono stati analizzati 249 tumori al seno di Biobanc di cancro IRBLleida, hanno trovato tre biomarcatori utili per la classificazione clinica tumori al seno triplo negativo.

Questa scoperta consentirà più attentamente identificare quali tumori risponderà al trattamento convenzionale, e che non rispondono.

Lo studio, pubblicato sulla rivista International Journal of Cell Biology4, è un importante passo in avanti alla ricerca di un trattamento farmacologico efficace per questo tipo di tumori resistenti al trattamento.

Specificamente, i tre marcatori identificati sono catepsina L proteine ​​53BP1 e recettore della vitamina D

Lo studio mostra anche che il pretrattamento a basso costo con vitamina D, può essere variata la reattività di cellule tumorali resistenti, rendendoli sensibili ai trattamenti convenzionali.

Tuttavia, l'uso di vitamina D per il trattamento di questi tumori nella pratica medica quotidiana richiedono corroborare studi clinici risultati preclinici.

Il trovato inoltre fornisce precise diagnosi molecolare dei tumori triplo negativi dalla prima biopsia e contribuiscono simultaneamente alla personalizzazione trattamenti farmacologici, rendendoli sempre più selettivo ed ottimale per i pazienti che non rispondono ai trattamenti standard.

Hanno partecipato allo studio Dr. Susana Gonzalo (St. Louis University School of Medicine1, Stati Uniti d'America), il Dr. Xavier Matias-Guiu (Oncologica Patologia, Direttore Scientifico del IRBLleida e professore presso l'Università di Lleida) e il Dr. Adriana Dusso (Experimental3 Nefrologia, IRBLleida).